Luca, 30 anni, con una laurea in giurisprudenza, dopo 5 anni di contratti precari e a tempo determinato viene assunto in un'azienda a tempo indeterminato. La retribuzione lorda annua è di circa 30.000 euro e dopo qualche tempo viene richiesto a Luca dove destinare il suo TFR.
Luca decide quindi di parlarne con il suo consulente finanziario.
Dopo aver analizzato la sua situazione e simulato quale sarà l'assegno pensionistico, il consulente consiglia a Luca di destinare il proprio TFR al fondo pensione e di effettuare dei versamenti volontari per circa 1.000 euro all'anno.
Poiché l'orizzonte temporale dell'investimento è particolarmente lungo (oltre 35 anni) e i versamenti vengono fatti su base trimestrale, il consulente consiglia di utilizzare una linea di investimento con una percentuale azionaria elevata (almeno l'80%)
In questo modo il fondo sarà in grado di colmare completamente la differenza tra l'ultimo reddito percepito da Luca e l'assegno pensionistico.
Il TFR accantonato sul fondo, per effetto dei maggiori rendimenti e la minore tassazione subita, passerà da 100.000 euro a circa 141.000 euro.
I versamenti volontari, oltre a far risparmiare a Luca 15.000 euro di imposte, porteranno il montante finale sul fondo a 214.000 euro. Luca potrà così integrare adeguatamente il suo assegno pensionistico, oppure decidere di smettere di lavorare fino a 5 anni prima, grazie all'opzione R.I.T.A.